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Nata a Torre del Greco (Napoli) attualmente vive e lavora a  Guidonia Montecelio (Rm) .

Laureata in Economia e Commercio si é sempre occupata di attività lontane dal linguaggio artistico.

Una decina di anni fa si e’ avvicinata alla pittura quasi per gioco riscoprendo una vena artistica forse latente essendo il nonno materno pittore di professione.

Specializzata in riproduzioni di grandi maestri, in particolare Impressionisti si e’ poi cimentata nella creazione  di nature morte e paesaggi riuscendo a esprimersi con soddisfazione soprattutto nella tecnica a olio , non disdegnando pero’ l’acrilico e l’acquarello.

Ha partecipato attivamente alla vita artistica della zona con interventi in numerose mostre collettive nel Lazio .

 

Le rose emergono dallo sfondo scuro,i fiori recisi,per la loro breve durata sono spesso visti come simbolo di caducità della vita.Ogni petalo è delineato da spessi tocchi di colore.Le variazioni cromatiche sono ottenute dall'ossimorico contrasto tra tinte chiare e scure.Dal dipinto si deduce la sensibilità dell'artista,la quale si è specializzata nel genere della Natura Morta composta da fiori.

DANIELE RADINI TEDESCHI

Pittura meditata, intimità e poesia del colore, energica e nel contempo vibrante la scelta del soggetto.

Il suo vaso di fiori diventa così il “protagonista” di un profumato mondo fatto di ovattate atmosfere.

LIVIA RAVALLESE.

 In Emila Corazza, “La secca”, uno scorcio di Maratea, i paesaggi, goduti nell’estate, scaldano gli inverni dell’artista e quei luoghi, decantati dal ricordo, si caricano di nostalgia, di qualcosa che assurge a simbolo di un mondo immanente eppure perduto, lontano, arcano, irrecuperabile: allora il pennello dell’artista indulge in quegli angoli, in quel ciuffo d’erba, in quel rigagnolo che va verso il mare, in un punto di secca, appunto, in cui la terra ancora predomina prima di aprirsi nel mare sconfinato.

LUCREZIA RUBINI.

L’Artista espone un’opera di molteplici significati. Ne “L’abbraccio” si possono leggere diversi aspetti di questa immagine e al fruitore è offerto un incontro che sembra amoroso, ma anche brutale. La violenza della sopraffazione, eppure il bisogno di compenetrazione, il senso doloroso della predazione fisica o anche solo sentimentale. Emilia Corazza con tocchi veristi e insieme eleganti, rende un’opera di significato intriso di un violento pathos drammatico.

Livia Ravallese.

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